CNA Sicilia consegna agli aspiranti Governatori un documento programmatico: criticità, proposte e soluzioni per artigiani e Pmi

CNA SICILIA ha preparato una serie di proposte concrete, riassumibili in un documento, in vista del voto del 25 settembre per il rinnovo delle Istituzioni Politiche della Regione Siciliana.

Un nuovo Patto Sociale mirato a ripartire dalle nostre solide radici per ri-avviare decisamente lo sviluppo economico e sociale del territorio. La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa chiede che la cultura dell’emergenza sia sostituita da una ritrovata capacità di pianificazione delle risorse umane-professionali e finanziarie e la funzione legislativa sia connotata da un’azione incisiva per l’adozione di nuovi strumenti normativi, adeguati alle grandi trasformazioni che investono la società, in grado di creare le condizioni strutturali necessarie alla riqualificazione e al rilancio del tessuto produttivo dell’Isola, nella consapevolezza del ruolo centrale da attribuire ai corpi intermedi,  insostituibili motori e connettori dei processi reali.

CNA Sicilia presenta la propria piattaforma programmatica nell’incontro- confronto con i candidati alla Presidenza della Regione Siciliana, nell’auspicio di una legislatura che sviluppi, nel corso del quinquennio, interventi e provvedimenti utili all’economia della nostra terra e quindi necessariamente a misura anche degli artigiani e delle piccole e medie imprese.

Il pacchetto organico di proposte è suddiviso in 16 punti:

  • Artigianato
  • Manodopera qualificata
  • Crisi di liquidita/Accesso al credito
  • Digitalizzazione
  • Zes
  • Contrasto all’abusivismo
  • Energia
  • Economia circolare
  • Legalità e lotta alla mafia
  • Infrastrutture
  • Beni Culturali
  • Aree Interne
  • Internazionalizzazione
  • PNRR
  • Turismo
  • Welfare e Pensioni

Artigianato, rinnovo “Legge Quadro”
In Sicilia riferimento normativo da sostenere e rilanciare

Il mondo dell’Artigianato è regolamentato a livello nazionale dalla “Legge Quadro” L. 443/85: una legge, nata più di 35 anni fa, non rispondente più al contesto economico attuale. In Sicilia il riferimento normativo è la legge 3/86 dai contenuti ancora attuali, potenzialmente capace di dare valore distintivo, il “valore artigiano” appunto, al “fare impresa”. Ma nel tempo la norma è stata via via depotenziata: 1) Per il commissariamento di tutte le  CPA (COMMISSIONII PROVINCIALI DELL’ARTIGIANATO) gli Organi di autogoverno e tutela dell’artigianato; 2) Per il mancato rifinanziamento della  misura  finalizzata a  promuovere i prodotti dell’artigianato siciliano mediante la partecipazione a mostre e fiere;  3) Per l’inserimento lavorativo dei giovani apprendisti mediante l’erogazione di un contributo sugli oneri contrattuali. Oltre a rendere nuovamente funzionanti  questi strumenti, occorre introdurre la figura del Maestro Artigiano come previsto dal decreto legislativo 81/2015 e dal Testo Unico dell’apprendistato del 2011.

Manodopera qualificata: deficit da colmare
per la competitività delle imprese e per stimolare l’occupazione

Edilizia, impiantistica elettrica e termoidraulica, metalmeccanica, arredo e legno, agroalimentare, servizi. Il filo conduttore è la mancanza di manodopera qualificata, che, in termini concreti, significa: stagnazione del fatturato, minore crescita per la Sicilia e per tanti giovani e famiglie un’ occasione sprecata per contrastare la disoccupazione. Occorre programmare il sistema scolastico in modo diverso ed efficace, capace di coniugare formazione pratica direttamente nei posti di lavoro e didattica in aula, oltre a mettere mano immediatamente  al sistema della formazione professionale  che è tutto tranne che allineata con le richieste delle imprese artigiane. Ed ancora, potenziare realmente i centri degli impieghi pubblici e incentivare seriamente le Agenzie per il lavoro private.

Crisi di liquidità: pericolo default per le imprese
Regione e Associazioni datoriali unite per fronteggiare l’emergenza

Il problema della liquidità delle micro e piccole imprese artigiane, attenuato durante il biennio pandemico da interventi statali e regionali, è scoppiato in questi mesi in tutta la sua drammaticità, complici gli effetti del conflitto russo-ucraino. Si pone quindi con fermezza la necessità di avviare un percorso virtuoso che favorisca e faciliti l’accesso al credito anche attraverso la valorizzazione di “soggetti qualificati” che vivono il territorio, a  cui assegnare un quota di discrezionalità che consenta loro di dare ossigeno a imprese che, seppur in difficoltà finanziaria da un punto di vista formale, presentano caratteristiche che lasciano immaginare concrete opportunità di rilancio. Nel breve termine questa percorso  potrebbe  diventare proponibile attraverso il canale del credito agevolato pubblico di IRCA e IRFIS. Questi istituti farebbero bene ad interfacciarsi con le associazioni di categoria che, sul modello del microcredito bancario, potrebbero rappresentare sportelli decentrati laddove si “presenta” la piccola impresa attraverso la redazione del business plan.

Per ottimizzare l’allocazione delle risorse proponiamo alla Regione:

  • un’alleanza con le Associazioni di categoria – vere antenne territoriali se adeguatamente rappresentative – sul modello di quanto già avviene con gli sportelli Artigiancassa per quel che riguarda il caricamento ed invio delle istanze IRCA. Ciò al fine di snellire il processo amministrativo ed evitare lungaggini, consentendo inoltre di affiancare l’istituto qualora si presentasse l’occasione di gestire somme provenienti da PNRR e/o fondi strutturali;
  • il rifinanziamento dei fondi della Legge 32 / 2000, relativa al rimborso degli interessi sui finanziamenti ottenuti, per sfruttare il ruolo virtuoso dei consorzi di garanzia.
  • un intervento finanziario per la microimpresa volto a facilitare la ristrutturazione del debito (effetti post pandemia) mediante la creazione di una nuova linea di credito IRCA/CRIAS.

 Burocrazia efficiente e digitalizzazione,  le imprese chiedono  tempi rapidi e certi

Una vera riforma della pubblica amministrazione che passi attraverso il processo di cambiamento verso il digitale per ridurre tempi e distanze  La vera sfida è la formazione del personale. E in tema di digitalizzazione, mutuare il bando promosso, attraverso Unioncamere, dal sistema delle CCIAA italiane(voucher digitalizzazione 4.0 artigiani con contributo a fondo perduto del 70%) avvalendosi di un portale unico del credito agevolato cooperativo e artigiano (IRCA). Una misura che preveda una componente di valutazione qualitativa sui progetti di innovazione tecnologica che dovranno mostrarsi coerenti con le direttrici di sviluppo di Impresa 4.0.  In un’economia che non può più fare a meno della proiezione on line dell’impresa (dalla più grande alla più piccola), progettare un intervento a sostegno dell’innovazione digitale dedicato al mondo dell’artigianato garantisce un ritorno certo, in termini di crescita qualitativa, del tessuto della microimpresa siciliana.

ZES, rivedere i Codici Ateco

Le ZES, grande opportunità per le imprese siciliane, creano condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, sia allo sviluppo delle imprese già operanti che all’insediamento di
nuove imprese mediante agevolazioni importanti e sostanziose.
E’ necessario però rivedere la tabella 5.1 che fissa i Codici Ateco delle attività ammesse al beneficio delle semplificazioni burocratiche dello sportello unico gestito dal commissario straordinario di
governo e degli incentivi regionali (introdotti dalla legge finanziaria siciliana 2022-2024) sull’incremento occupazionale. Di fatto si sta venendo a creare una disparità tra incentivi nazionali e incentivi regionali che saranno fruibili solo da quelle imprese i cui codici Ateco sono ricompresi nella tabella 5.1.

 Imprenditoria legale e sana: contrasto alle attività abusive

Il fenomeno dell’abusivismo mette a rischio il lavoro di imprese regolari, professionali e qualificate, che effettuato investimenti per centinaia di migliaia di euro e che non si sentono minimamente tutelate da
chi dovrebbe avere il compito e le competenze a contrastarlo (amministrazioni locali e polizia municipale). Tutto questo crea danni ingenti all’erario ma è anche un problema sociale: mette a repentaglio la salute dei consumatori, la sicurezza della popolazione, il patrimonio artistico e culturale del paese. L’abusivismo provoca poi enormi problemi all’ambiente a causa del non corretto smaltimento dei rifiuti che
si manifesta sotto varie forme. La politica sembra non avere fra le sue priorità questa battaglia, Si propone un Osservatorio Regionale sul contrasto a tale fenomeno che evidenzi la azione/non azione delle amministrazioni locali sferzandole ad azioni concrete e non di mera propaganda.

Energia: scelte strategiche per “affrancarsi” e ridurre i costi 

L’autoproduzione, le comunità energetiche, le accise: per ridurre il ricorso alle fonti fossili e diversificare il sistema di approvvigionamento energetico è fondamentale incentivare l’autoproduzione di energia da fonti alternative da parte delle piccole imprese, Fra tutte la concessione di un credito d’imposta pari al 50% dell’investimento iniziale. Rispetto al rincaro dei prezzi e soprattutto dell’energia, la CNA ritiene necessaria un’accelerazione nel pressing nei confronti dello Stato per ottenere parte delle accise generate dalla raffinazione petrolifera nazionale. Questa operazione porterebbe nelle casse della Regione ben 9 miliardi di euro l’anno tenuto conto che nell’ Isola viene raffinato il 50% della produzione. Altro importante tassello, quello della stabilizzazione degli ecobonus per la riqualificazione energetica degli immobili.

Economia Circolare per favorire
l’approvvigionamento delle materie prime

La crisi internazionale, scoppiata con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha messo a nudo molte debolezze del nostro Paese tra cui quella delle reperimento delle materie prime con prezzi in forte aumento: in questo contesto l’economia circolare assume un ruolo strategico nell’ottica di riduzione delle la nostra dipendenza dalle materie prime, in particolare da quelle “critiche”. In tale direzione, occorre favorire la diffusione di una consapevolezza trasversale a tutto il sistema delle imprese siciliane, anche quelle micro e piccole. Ma ad oggi le complicazioni rimangono troppe: dalla burocrazia alla difficoltà di gestire un quadro
normativo complesso se non incoerente, dal gap formativo alla scarsità di competenze anche esterne all’impresa. Ma anche i benefici sono poco percepiti. Va  favorita la creazione, anche attraverso le Associazioni di categoria, di una rete di competenze adisposizione delle piccole imprese per guidarle nei percorsi di economia circolare.

Legalità e lotta alla mafia
Garantire il pagamento alle imprese legate da rapporti contrattuali con la Regione e con le pubbliche Amministrazioni

Garantire la sicurezza e combattere la criminalità rappresentano certamente condizioni essenziali per lo sviluppo dei territori, la crescita delle imprese sane e l’occupazione.  In Sicilia abbiamo registrato casi che evidenziano una clamorosa falla nell’ordinamento legislativo italiano: il non previsto intervento da parte delle Istituzioni (Stato e Regione) per garantire il pagamento del corrispettivo, a fronte di forniture di beni e servizi, a imprese che hanno stipulato contratti con gestioni commissariali prefettizie (nominate ai sensi dell’art 32 comma 10   del decreto legge del 24 giugno 2014 n. 90 convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014 n° 114) subentranti a crisi dell’impresa. E’ necessaria dunque la previsione di un intervento normativo, con annesso Fondo, al fine di equiparare la gestione commissariale prefettizia alle “crisi di imprese a partecipazione pubblica”, così come contemplato dall’art 14 del Decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica come integrato dal decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 100. Questo consentirebbe, attraverso un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, l’autorizzazione di interventi di trasferimenti straordinari. Nell’attesa che ciò trovi fattivo riscontro, la Regione Siciliana si impegni a surrogarsi nei crediti vantati dalle imprese fornitrici di beni e servizi nei confronti dell’impresa condotta dalla gestione commissariale prefettizia, al fine di evitare il fallimento e/o altri crisi di imprese per esclusiva responsabilità di amministrazioni dello Stato (Prefetture). Un’altra forte criticità è rappresentata, soprattutto nel settore delle costruzioni, dai ritardi da parte della Regione Siciliana nel pagamento delle fatture alle imprese che sono costrette a indebitarsi per continuare a lavorare, pagare le tasse e mantenere i livelli occupazionali.

Infrastrutture, dotare la Sicilia di un sistema di mobilità moderno e strategico per lo sviluppo

Un programma speciale di investimenti per realizzare un piano di mobilità, rivolto sia   alle persone sia alle merci, capace di dare vigore e slancio allo sviluppo e all’evoluzione delle imprese del territorio siciliano, ancora fortemente  penalizzato da un grave e pesante gap. La fascia Centro Meridionale soffre la mancanza di uno scalo aeroportuale, così come sconta il deficit legato alla  chiusura dell’anello autostradale su strada gommata. Il territorio regionale necessita di una rete dell’alta velocità su strada ferrata e il potenziamento dei porti con l’obiettivo di favorire l’attracco delle navi da crociera e di imbarcazioni mercantili in transito nel mare Mediterraneo. Fermo restando la priorità relativa alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, infrastruttura ritenuta fondamentale. Se ne gioverebbero decisamente l’economia turistica e le dinamiche commerciali nelle sue molteplici sfaccettature, consentendo alle aziende dell’Isola di recuperare anche la competitività nel mercato globale.

Beni Culturali, asset strategico
per la ripresa dell’economia isolana

La Sicilia dispone di un ricco e pregevole patrimonio di interesse artistico-culturale e 7 siti Unesco: rappresenta circa il 26,4% di quello italiano. Recentemente la Regione Siciliana ha completato il Sistema dei Parchi Archeologici, come previsto dalla legge regionale 20/2000.I restauratori di beni culturali della CNA – artigiani della piccola e microimpresa –  chiedono da diversi anni di riattivare i capitoli di spesa relativi ai beni mobili e superfici decorate, ai beni librari, e al capitolo dei maestri organari. Riteniamo indispensabile il monitoraggio sul territorio da parte delle Soprintendenze per individuare le opere mobili che hanno bisogno urgente di interventi di restauro o manutenzione per evitarne la totale perdita. Riattivare questi capitoli servirebbe, con procedure di gara semplificate e rapide, a tamponare questo degrado. Rispetto ai fondi del Pnrr destinati a questo comparto, è necessario un impegno concreto della Regione per sostenere il peso della burocrazia e la mole non indifferente della progettazione. E in questa ottica proponiamo l’istituzione di due Tavoli tecnico:  uno per la progettazione e l’altro per le gare d’appalto

 Valorizzazione e rilancio delle Aree Interne

 Le Aree interne siciliane negli ultimi anni sono state oggetto di un grave arretramento economico e sociale. Deficit demografico, riduzione del numero delle imprese e in generale il progressivo indebolimento del tessuto economico sono il risultato ultimo di una politica che ha abbandonato i territori in favore delle aree a maggiore concentrazione abitativa. La programmazione si è posta il problema delle aree interne, ma le risorse destinate alla territorializzazione sono solo una parte minima della programmazione e le strategia di aggregazione sono confuse, inefficaci e spesso favoriscono equilibri politici in contrapposizione ad uno sviluppo dei territori razionale e coerente. Le aree interne sono penalizzate anche dalla carenza di servizi. Sarebbe dunque opportuno che le risorse comunitarie tengano conto di riserve per i territori più marginalizzati, in modo da garantirne lo sviluppo e favorire un effetto convergenza interno.

Internazionalizzazione: la Regione coordini
il sistema e stanzi maggiori fondi

E’ evidente e risaputo che le piccole imprese trovano difficolta ad affrontare le sfide produttive e distributive imposte da un mondo sempre più competitivo in un mercato globale. In questo complesso quadro, la CNA Sicilia, in cooperazione con CNA Nazionale ICE e Consorzio Med Europe Export, sta mettendo in campo delle iniziative tese a valorizzare eccellenze locali nel modo dell’agroalimentare, selezionandone alcune che saranno in questo mese di settembre presentate a buyers internazionali con l’obiettivo di fare conoscere nel mondo  prodotti di altissima qualità, la cui destinazione  non sarà la grande distribuzione ma consumatori particolari disposti ad apprezzarli la ottima fattura e a  pagare prezzi maggiori.  Questo costituisce un primo esperimento che mira ad essere un “laboratorio”  per un passo successivo che sarà quello di mettere a sistema i diversi prodotti e servizi che offre la Sicilia nell’ottica offrire ai consumatori non beni ma stili di vita e gusto per la qualità. Per tale motivo la CNA Sicilia intende lanciare la sfida alla futura Amministrazione Regionale per un migliore sistema di coordinamento delle politiche di sviluppo locali e per favorire la proiezione delle imprese nei mercati stranieri, prevedendo in bilancio congrue risorse  finalizzate ad agevolare  il percorso, oltre che guardare con interesse al bacino del Mediterraneo grazie alla favorevole e strategica posizione geografica dell’Isola.

Turismo, il modello esperienziale una grande risorsa

La Sicilia è uno scrigno, un tesoro per le sue immense e straordinarie ricchezze naturali, paesaggistiche, ambientali, archeologiche e monumentali. Ma il territorio, che dispone anche di interessanti spazi urbani e di una connotazione storica di primo piano,  va opportunamente custodito e valorizzato attraverso puntuali, cicliche ed intelligenti campagne di promozione. Non c’è parte della Sicilia che non offra attrazioni ed elementi di interesse. I percorsi, i siti, gli itinerari e i luoghi vanno messi opportunamente in rete per innescare la leva del turismo che non può essere alimentato senza adeguati collegamenti e senza l’efficienza dei servizi. La Regione, nonostante il patrimonio a disposizione, è solo decima nella classifica delle regioni per numero di turisti. La CNA sta sostenendo e promuovendo anche il modello esperienziale, un sistema di attrazione basato prevalentemente sulle relazioni, sull’accoglienza formato famiglia e sul ritorno al passato e agli ambienti della semplicità e della genuinità. Un format che sta riscuotendo parecchio successo. È fondamentale che la Regione, nell’ambito della programmazione per il rilancio del turismo, recuperi il valore dell’artigianato e quello delle tradizioni in modo da ampliare e qualificare l’offerta.

Pnrr, scelte condivise per non sprecare questa storica opportunità

E’ necessario un coinvolgimento, vero e costante, delle parti sociali in tutte le fasi di avanzamento dell’attuazione del Piano. Un’occasione storica da non sprecare per l’ammodernamento delle infrastrutture materiali e immateriali della Sicilia. I percorsi di realizzazione dei progetti vanno elaborati tenendo conto anche dell’accessibilità ai bandi delle PMI.

Welfare e pensioni

Rafforzare la tutela della salute  e i sistemi di cure per le persone più vulnerabili. Assicurare, sotto forma reddituale ma anche di servizi,  condizioni di vita dignitosa per gli anziani che rappresentano una grande risorsa e uno straordinario valore, anche in termini di esperienza e trasferimento del sapere.  In ottica socio-sanitaria, CNA sta sperimentando in Sicilia il servizio di telemedicina. La Regione sostenga e sponsorizzi il progetto.

Il Presidente                                                         Il Segretario
Sebastiano Battiato                                                Piero Giglione

 

 

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